Il silenzio bussò alla mia porta. Lo feci accomodare, ma misi le cose in chiaro: non c’era cibo, il caffè sapeva di muffa e le sigarette erano mie. Il telefono cellulare giaceva muto sulla pila
di libri, intatta da settimane. Leggere mi stancava. Gli acari si moltiplicavano in colonie sui ripiani. Persino il rubinetto della vasca aveva smesso con il suo plic, plic, plic. Avevo staccato
il citofono, scampando all'incombenza di dover aprire il portone agli addetti alle consegne. Tutto andava a meraviglia, poi finirono le sigarette.
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